Wednesday, January 29, 2003

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riccardo orioles
tanto per abbaiare
27 gennaio 2003 n.163
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Memoria. Oggi, 27 gennaio, ricordiamo Chaim, Marele, Lev, Isaac, Sarah,
tutti gli esseri umani come noi - uomini donne e bambini - che furono
uccisi a milioni, nella civile Europa e da un governo europeo, perche'
appartenevano a una "razza". Di "razze", in Europa, si sta parlando di
nuovo - da qualche anno - anche ora. Percio' stiamo pronti a
combattere, perche' stavolta prima di farne toccare uno combatteremo.
Ricordiamoci anche degli altri che furono uccisi perche' non erano
"normali": gli zingari, che tutt'ora perseguitiamo in tutt'Europa; gli
omosessuali, che morirono a fiumi con gli ebrei; i comunisti, i
partigiani, i dissidenti, a ciascuno dei quali fu dato un triangolo con
un colore e un colpo di fucile.
E ricordiamoci del soldato Ivan, con la sua stella rossa sul berretto:
oggi, se ancora vive, vegeta fra dimenticanza e miseria in qualche
ospizio per poveri del suo Paese. Pero' fu lui, il 27 gennaio del '45,
a buttar giu' i cancelli del lager su cui la civile Europa aveva
scritto "Arbeit macht frei".
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Operai. L'ultima dei leghisti e' quella di mettere dei vagoni separati
per gli immigrati per evitare che diano fastidio ai bianchi. Va bene:
della proposta in se' non vale la pena di parlare, tranne che per
auspicare il momento in cui questa gente si andra' a fare la sua
Padania da qualche parte (in Alabama, in Baviera, in Sudafrica, dove
vogliono loro) e lascera' finalmente in pace noi italiani. Il motivo
per cui ne scrivo e' pero' un altro: nella loro "proposta", i leghisti
scrivono che purtroppo gli immigrati sono diventati cosi' tanti, che
ormai "il cinquantadue per cento degli operai della Zanussi e' di
colore".
Ah. Se cosi' stanno le cose (e non c'e' motivo di dubitarne: in genere
i nazisti erano ben documentati sul numero degli ebrei), e' una notizia
sensazionale, e cambia tutto. Allora non e' vero che lor signori sono
razzisti e ce l'hanno con gli immigrati. No. E' sempre la vecchia razza
dei padroni, padroncini e privilegiati vari, che hanno una paura
atavica di quella gente maledetta - gli operai - e pur di tenerli a
freno non esitano a inventarsi il dio Po, la Padania e la difesa della
razza.
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La storia in tribunale. Nel 1947 in Sicilia il Fronte Popolare ("Vota
Garibaldi") era maggioritario, le occupazioni di terre si susseguivano
dappertutto e la mafia non ce la faceva piu' a controllare i contadini:
che fare? Poche settimane dopo la grande vittoria elettorale delle
sinistre, i gli uomini di Salvatore Giuliano massacrano a colpi di
mitra la folla dei contadini riuniti a festeggiare il Primo Maggio a
Portella delle Ginestre: decine di morti e feriti, omicidio "non
politico" ad opera di banditi, niente mandanti; dei "capi-banditi" uno,
Giuliano, viene ucciso nel sonno poco tempo dopo e l'altro, Pisciotta,
viene avvelenato in carcere con una tazza di caffe': nessuno dei due
parlera' mai e per tutta una generazione la mafia sara' ufficialmente
definita un'"invenzione dei comunisti per diffamare la Sicilia".
Ma un giovane siciliano - Giuseppe Casarrubea, oggi uno storico famoso
- decide di impiegare la propria vita a ricostruire la verita'. E dopo
anni e anni di studi, dopo aver sentito decine di testimoni e
consultato centinaia di documenti (fra cui quelli della Commissione
Antimafia, desecretati da poco) riesce a scoprire che in realta' fra i
"banditi" e alcune autorita' politiche e poliziesche del tempo c'erano
stati dei contatti ben precisi. E scrive la verita'. E questo gli e'
costato un processo.
La prossima udienza e' venerdi' 31. Giorno 30 ci sara' un incontro alla
Biblioteca comunale di Partinico (uno dei paesini da cui provenivano i
"viddani" assassinati) per esprimere solidarieta' a Casarrubea e
ricordare a tutti che i siciliani non dimenticano i loro morti, ne' chi
li ha ammazzati. Ne' dopo cinquant'anni, ne' mai.

Info: icasar@tin.it
Bookmark: http://www.scuolaantimafia.org/salvatore_giuliano.htm
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Mare 1. "Giornale radio. Tragedia nello Jonio, muoiono sei clandestini.
Gli extracomunitari sono deceduti mentre tentavano di raggiungere le
coste italiane. Il bilancio della tragedia, pero', e' piu' grave: ci
sono 18 dispersi. I sopravvissuti, sei persone tratte in salvo da un
mercantile russo sono in condizioni piuttosto difficili e hanno bisogno
di cure. Solo sei sopravvissuti, tratti in salvo dall'equipaggio di un
mercantile russo...".
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Mare 2. Peppe Sini: Ragionevole proposta per far cessare le stragi di
immigrati in mare.
"C'e' un solo modo per mettere fine alle stragi di immigrati in mare e
all'arricchimento delle mafie che gestiscono i trasporti clandestini di
persone. E' riconoscere a tutti gli esseri umani il fondamentale
diritto umano a vivere, che in concreto significa anche il diritto di
tutti gli esseri umani a muoversi sul pianeta alla ricerca di un luogo
in cui poter vivere in pace e dignita'. Come dice l'articolo 10 della
Costituzione della Repubblica Italiana, la legge su cui si fonda tutto
il nostro ordinamento giuridico, il nostro stato di diritto, la nostra
democrazia: sarebbe ora di cominciare ad applicarla.
Per fare questo occorre un provvedimento amministrativo urgente piu' di
ogni altro: che lo stato italiano istituisca un servizio di trasporto
pubblico e gratuito per quanti nel nostro paese vogliono venire
fuggendo la fame, la guerra, le persecuzioni e la morte" (Peppe Sini,
Centro di ricerca sulla pace).
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Acqua. Gli onorevoli Bassanini, Morando e Amato (Ds) hanno fatto una
proposta di legge per obbligare i comuni italiani a privatizzare gli
acquedotti comunali. Anni addietro, una proposta simile era stata
avanzata da Bassanini, Grillo e Tabacci (Ds, Forza Italia e Cdu): non
passo' per le proteste dei parlamentari piu' responsabili sia di destra
che di sinistra. Adesso ci riprovano, mandando avanti a sondare il
terreno (gli interessi dei "privatizzatori" scavalcano evidentemente i
confini di partito) i piu' disponibili fra i Ds.
In nessun altro paese al mondo e' stata finora resa obbligatoria la
privatizzazione dell'acqua: che nei documenti delle Nazioni Unite e'
indicata come risorsa planetaria globale, non assoggettabile alle
logiche di mercato. Se l'idea di privatizare l'acqua fosse venuta da
Berlusconi, saremmo tutti qui a far casino. Ma viene dai Ds, e percio'
noi compagni (tranne qualche "irresponsabile") ce ne stiamo zitti.
* * *
In Sicilia il problema dell'acqua e' particolarmente drammatico. Ma a
Catania la privatizzazione dell'acqua va avanti ancora piu' in fretta
che nel resto d'Italia. E va avanti con l'accordo sia della destra -
che amministra il comune - che della "sinistra". Ad esempio, Nella
societa' Sostare srl (costituita il 29.11.2002) uno dei principali
dirigenti e' il dottor Harald Bonura, braccio destro dell'ex sindaco di
centrosinistra Bianco; un ex esponente della locale Cgil ne e' il
direttore. Quanto alla gestione, il Comune (di destra) di Catania si e'
impegnato a rifondere alla societa' (di "sinistra") i mancati guadagni
in caso di fallimento degli introiti degli "stalli". Mercato a modo
loro, "sinistra" a modo loro.
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Lo stato dell'informazione. Venticinque giornalisti uccisi, 1420
minacciati o aggrediti, 692 sotto processo, 118 in galera, 389 giornali
chiusi o censurati: e' il bilancio dello stato dell'informazione nel
mondo, secondo Reporters sans frontieres, all'inizio di quest'anno.
(Scrivo questa nota dalla stanza di una piccola associazione di
immigrati che generosamente mi fa usare il suo computer).
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Cronaca. Trapani. Un elicottero grigio e senza segni distintivi si e'
posato la settimana scorsa sul piazzale antistante un centro per la
commercializzazione della carne di coniglio, gestito dalla cooperativa
"La Talpa". Ne sono scesi due uomini con passamontagna e armati di
fucile che hanno "catturato" un lavoratore della cooperativa, gli hanno
chiesto dove si trovasse il "capo" della stessa e al suo rifiuto
l'hanno lasciato malconcio per terra. Gli altri lavoratori, accorrendo,
hanno fatto appena in tempo a vedere l'elicottero alzarsi in volo.
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Cronaca. Napoli. Brillante operazione del commissariato Vomero, della
Celere e dei Reparti Antisommossa dei carabinieri che, con l'impiego di
appena quaranta uomini fra agenti, celerini e forze speciali sono
finalmente riusciti a por termine allo sconcio dell'occupazione di un
appartamento di due stanze in via Belvedere da parte di una
quasi-terrorista settantaquattrenne, tale Ferraresi Anna. Costei, che
da circa quarant'anni occupava l'appartamentino pagando regolarmente
l'affitto al padrone di casa, negli ultimi mesi era rimasta indietro
(secondo il padrone) coi pagamenti. Lei sostiene di avere regolarmente
versato i bollettini alla posta: ma il padrone non le ha creduto e ha
chiamata la polizia, che e' intervenuta e ha fatto giustizia sia della
vecchietta che dei vicini che si erano affacciati per difenderla.
La donna e' stata letteralmente buttata di forza in mezzo alla strada,
senza un posto dove andare. Le e' stato tuttavia benevolmente
consigliato di studiare la situazione e di adire, eventualmente, le vie
legali: se e' vero, come lei sostiene, che ha conservato le ricevute
degli affitti pagati, non c'e' dubbio che nel giro di qualche anno
potra' avere diritto a rientrare a casa sua.
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Cronaca. Milano. Un pensionato di 77 anni, Mario M., ha rischiato di
annegare nelle acque del fiume Olona, a Nerviano, dov'era scivolato per
un malore. Un operaio di passaggio, Martino M. di 44 anni, si e'
tuffato senza esitazione nelle acque del fiume e, nonostante la
temperatura gelida e le forti correnti, e' riuscito a tirar su il
poveretto. Da un'ambulanza prontamente accorsa il pensionato e' stato
immediatamente trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Rho,
dove - nonostante il forte stato di assideramento - e' stato con
successo curato e pochi giorni dopo dimesso. L'operaio e' albanese.
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Cronaca. Catania. Consegnate dall'Associazione Partigiani al Comune
5000 firme raccolte dai cittadini contro la bizzarra idea di intitolare
una strada al gerarca fascista Fiilippo Anfuso, uomo di collegamento
fra Mussolini e Hitler e coinvolto nell'assassinio dei fatelli
Rosselli. Che altri fratelli vogliono far fuori adesso, se hanno tanta
nostalgia per Anfuso?
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Cartellone. Spettacolo dei pupi "Peppino di Cinisi contro la mafia"
della Compagnia Marionettistica Popolare Siciliana. Ieri su Rai 3 in
"Racconti di vita". L'otto febbraio a Cinisi per il nuovo Circolo
Musica e Cultura. Il 10 marzo a Bologna, alla Carovana antimafia
dell'Arci. Prima e dopo il 10 marzo da qualche altra parte in Emilia,
se qualcuno di voi l'organizza. "Lo spettacolo e' in giro per
raccogliere i fondi per la riapertura di Radio Aut a Terracini.
Diffondete tutto e grazie mille!".

Info: angelosicilia@inwind.it
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Avevo scritto, presuntuosamente, qualcosa sull'effetto serra e il buco
dell'ozono. Risposte:

piero.cavina@coopitalia.coop.it wrote:
< L'ozono non dovrebbe c'entrare niente con l'effetto serra. Al
contrario sono le (ben piu' cospicue e "lussuose") emissioni di
anidride carbonica a provocarlo... senza contare tutte le (altrettanto
"lussuose") reazioni esotermiche >

longagnani@yahoo.it rinterza:
< Ciao. Hai confuso l'effetto serra con il buco nello strato di ozono >

Beh. Per fortuna non m'ha sentito la mia professoressa di scienze, la
signora Crupi. Mi avrebbe senz'altro rimandato a posto impreparato,
proprio come faceva allora.
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Giovanni wrote:
< Carissimi, in un giorno in cui ci stanno letteralmente triturando le
palle con la beatificazione di Gianni Agnelli (l'avvocato... ma de che?
in tribunale mai visto!) vorrei ricordarvi che benche' colto, elegante,
raffinato (il contrario di Berlusconi) il suddetto:
1) quando quelli della sua eta' andavano in montagna con i partigiani
lui sciava a St. Moritz o folleggiava in Cote d'Azur;
2) sara' pure stato un borghese illuminato ma si e' sempre fatto gli
affaracci suoi e la sua Fiat, ha sfruttato e licenziato, in tutto il
mondo, migliaia di persone;
3) sara' pure stato un brillante capitano d'industria ma la sua Fiat ha
sempre avuto generosissimi aiuti dallo stato, ha operato per anni in
regime di monopolio e quando questo e' finito e' subito fallita;
4) sara' stato amico di Ugo La Malfa ma la sua Fiat era dentro a
Tangentopoli fino al collo;
5) ha appoggiato, indistintamente, tutti i governi degli ultimi
sessant'anni, compreso l'Ulivo che gli ha dato gli incentivi alla
rottamazione, snobbava Berlusconi ma alle ultime elezioni l'ha
appoggiato;
6) avra' sicuramente finanziato Italia Nostra ed il Wwf ma se l'Italia
e' tutta un'autostrada e nelle citta' non si respira e' perche' lui
potesse vendere piu' auto;
7) era laico ma alla fine ha chiamato il prete;
8) aveva la pessima abitudine di rompere i coglioni alle persone
telefonando all'alba;
9) era un simbolo per tutti quei fighetti che portavano l'orologio
sopra la camicia o la cravatta sopra il pullover (ma ti pare!);
10) last but not least era iuventino.
Riposi in pace >
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Borderline wrote:
< Non immaginavo che noi Italiani avessimo scatenato cosi tante guerre,
e pensare che passiamo sempre per "Italiani brava gente"! Immaginavo
che i guerrafondai Europei per antonomasia fossero i Tedeschi. In ogni
caso tanto di cappello ai Tedeschi di oggi, che hanno appreso l'amara
lezione della guerra e hanno capito che bisogna fare di tutto per
evitarla; perche' noi Italiani dobbiamo essere sempre cosi' coglioni? A
quanto pare la Germania ha fatto tesoro del suo truce passato e noi
no... Forse come fu denazistificata la Germania dopo la seconda guerra
mondiale, cosi' doveva essere defascistizzata per bene l'Italia, forse
ci voleva una Norimberga anche da noi, invece ci hanno preso sottogamba
perche' nemmeno la guerra sapevamo fare bene, ma a dare il cattivo
esempio siamo sempre i primi. Ricordiamoci che Hitler e' stato allievo
di Mussolini, e non viceversa. E adesso c'e' un altro che fa il capo
dello stato e il ministro degli esteri, che e' populista, maccheronico
e rilancia l'immagine peggiore degli Italiani: quella di vigliacchi
opportunisti che si schierano sempre col piu' forte e non sono capaci
di avere un'idea propria >
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Tommaso wrote:
< Non ho mai letto la Fallaci, ma non penso proprio possa essere
definita antisemita o antisionista. Sara' un refuso? >
* * *
Non e' un refuso. Tecnicamente, gli arabi sono tanto semiti quanto gli
ebrei: non a caso le vignette di Arafat, nei giornali anti-arabi,
presentano i medesimi tratti fisici caricaturizzati (naso, labbra, ecc)
che, nei giornali anti-ebrei, caratterizzano invece le caricature degli
ebrei. E' interessante notare anche che, sovente, i soggetti che
esprimono la propaganda anti-araba sono i medesimi che,
contemporaneamente o a distanza di qualche anno, portano o portavano
avanti quella anti-ebrea: negli Stati Uniti questo fenomeno e'
particolarmente evidente.
Alla base di entrambi c'e' il sentimento di una oscura identita'
"ariana" (artificiale e quindi intrinsecamente debole) che viene
percepita come vulnerabile e dunque minacciata su certi terreni dai
"non-ariani".
L'ebreo e' molto piu' libidinoso di noi tedeschi, e dunque e'
pericoloso per le ingenue (e per noi frigide) donne ariane; l'arabo,
grazie alla sua animalesca vis copulandi, si riproduce molto piu'
velocemente di noi bianchi e questo (come leggiamo nelle dotte analisi
"geopolitiche" di alcuni editorialisti) e' un pericolo per la civilta'.
L'ebreo e' abile e manovriero negli affari, contrariamente al franco e
ingenuo tedesco: che dunque bisognera' difendere dai suoi trucchi, che
non siamo in grado di elencare ma che sicuramente esistono, visto che
cosi' tanti ebrei hanno i soldi e tanti poveri tedeschi no. L'arabo,
che in fondo e' un incivile beduino, detiene ricchezze immeritate (il
petrolio) di cui si vale per ricattare noi ingenui occidentali: che
dovremo pur difenderci, a un certo punto.
Entrambi i popoli (o meglio: entrambe le razze) sono (terza
caratteristica) sporchi, fisicamente poco puliti: le due propagande
antisemite sono molto chiare su questo punto, che per uno psicanalista
sarebbe forse il piu' interessante.
Per quanto riguarda la Fallaci in ispecie, a queste coincidenze di
antisemitismo ne aggiungo una quarta, che e' di carattere
sintattico-narrativo. Rilegga gli antisemiti italiani Anni Trenta
(Appelius o Interlandi, per esempio) e ritrovera' certi ritmi
sintattici, certi stigma di stile, certi "assolo", che sono esattamente
gli stessi: lei e' un po' piu' sofisticata, ma non poi tanto.
Coincidenza fortuita ma carina, sia nell'antisemitismo del Ventennio
che in quello della signora il linguaggio ufficiale e' il
falso-fiorentino uso turisti: che ahime' gli americani non distinguono,
come non sanno distinguere il Chianti vero da quello di trattoria. Fra
i toscani fascisti, pero', c'erano dei personaggi umanissimi (penso a
Ottone Rosai, o a Malaparte) che del loro toscanesimo e persino del
loro fascismo facevano scena si', ma con sincerita' e con rispetto; e
si avvicinavano all'arte per questa via. La Fallaci e' fasulla, da cima
a fondo, tanto toscana quanto i David di plastica che gli americani si
portano a casa tutti contenti.
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< Sono il cantastorie Fortunato Sindoni. Le mie ballate parlano di
pace, di (anti)mafia, di solidarieta', di satira politica. Mi rendo
disponibile per iniziative di carattere politico, culturale, di
solidarieta'. Se mi volete telefonatemi al 090.9731446 >

Bookmark: http://web.tiscali.it/cantastoriesindoni
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Teofrasto wrote:

Il Fighetto. "Ehi bello!" ti grida di lontano: ti afferra con tutt'e
due le mani e te le stringe calorosamente, ti accompagna per un pezzo
di strada, ti chiede quando ci rivediamo e, sempre complimentandoti,
finalmente se ne va. Se e' di sinistra, cerca di piacere anche alla
destra, per sembrare piu' imparziale. Se e' di destra, fa
l'"intellettuale". Capelli e barba, sempre all'ultima moda. In piazza,
lo vedi dietro ai bei ragazzi e ai banchieri. Comunque sempre dappresso
ai pezzi grossi, anche al teatro (dove arriva in ritardo, per farsi
notare). Colombe di Sicilia, corna di gazzella, bottiglie di cristallo,
bastoni intagliati ("li fanno a Sparta"), tappeti: niente che non
possieda, e che non vada mostrando in giro. Ha un cortiletto sotto
casa, tipo palestra, con sabbia, linee di gesso e tutto: e ci invita
saltimbanchi, filosofi, gladiatori, pittori, cantanti pop, tutti:
purche' si esibiscano un paio d'ore nel suo "locale".
* * *
Il Ghe-pensi-mi, a dire il vero, e' pieno di buone intenzioni; solo che
fa danno. Tutti, dopo sei ore di riunione, finalmente sono d'accordo?
"Un momento! Bisognerebbe riesaminare il punto b comma terzo...". E
quelli naturalmente lo mandano affanculo. Non si riesce a trovare quel
ristorante? "La so io, la scorciatoia...". E dopo mezz'ora eccoli
spersi all'altro capo della citta'. "Ma perche' litigate?" "Fatt'i
cazzi tui!".
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blauritter wrote:

< ma femme en tigresse,
aux yeux d'ennemie,
aux griffes sanglantes
de ma ame,
et pourtant,
si douce en se donnant >
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Tindaro La Rosa, comunista e sindacalista siciliano, wrote:

< Una sola cosa accomuna gli uomini:
la morte dopo la vita;
ma nessuna cosa accomuna tutti nella vita.
La politica aggrega, ma nella diversita'
di scelte; educa sul come vivere, organizzarsi e agire.
Non siamo e non potremo mai essere
tutti gli stessi, perche' partiamo da posizioni
tanto diverse per andare in direzioni tanto
diverse, per raggiungere obiettivi distanti e
contrastanti.
Non siamo tutti gli stessi
e non e' vero che sono tutti gli stessi,
sia sul piano generale che particolare,
sia collettivamente che individualmente. >
________________________________________
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Fava)
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Saturday, January 25, 2003

CONTINENTE RIBELLE

Il nuovo numero di TRIBU'ASTRATTE sarà disponibile fra qualche giorno in tutte le feltrinelli d'Italia e in numerose librerie e edicole.
Nel frattempo buona navigazione: tribuastratte.it

Friday, January 24, 2003

ansa.it:
(ANSA) - ROMA, 24 GEN - E' morto Gianni Agnelli. Il presidente d'onore della Fiat e senatore a vita Giovanni Agnelli e' deceduto stamani a Torino. La notizia si e' diffusa attorno alle 8:30, ma sinora non sono giunte comunicazioni ufficiali ne' dalla famiglia ne' dalle aziende del gruppo Agnelli.
24/01/2003 08:55

Tuesday, January 14, 2003

riccardo orioles
tanto per abbaiare
13 gennaio 2003 n.161
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Che cosa tiene su i siciliani. "Tuffati" disse lu re. 'U caruso guizzo'
lestamente giu' diritto come un pesce (da donde il nome) e per qualche
picca di lui non rimase che il collie' di bollicine su dall'acqua
profonda. Eppoi le bollicine si ruppero e ricciuta e ridente rivenne su
la testa. "Rieccovi l'anello, maesta'!". "Bene!" sorrise il re. "Bene!"
ripete' la comarca. "Adesso finalmente potro' sapere... - il re era
molto curioso: artravorta avia fatto allivari solinghi e soli dui
picciriddi allo scopo di viiri che lingua cristiana o babelica ne
sortissi - adesso potro' sapere che cosa, contro ogni leggi di fisica,
vi tiene a galla l'Isola". "Maesta' - disse un barone - ma gia' e' ben
noto. Le tre colonne cristalline: a Passero, a Lilibeo e a Peloro, coi
tre ciclopi che le fecero a quei tempi". "Si' ma allora non c'era la
tecnologgia!". Lu re fece un cenno e uno dei cortigiani porse al
ragazzo un attrezzo, un coso lucido piccolo e vetroso, con un occhiuzzo
in mezzo. "Ora tu metti questa cosa appress'alla colonna. Quando l'hai
messa, premi qua. Eppoi o resti lassotto o risali, come vuoi". Il
ragazzo afferro' la webcam, sorrise a tutto il mondo e si catamino' di
sotto: un attimo prima c'era, un attimo dopo non c'era piu'.
Passarono alcuni momenti, e sul dispay del sovrano si accese - come da
previsione - la lucina. Eppoi, sfocate ma riconoscibili (settantadue
puntipollice bianconero) le Gif cominciarono a scorrrere su tutti i
monitor della Rete. "What is it?". Una valigia di cartone: e, da fuori
campo, la mano del ragazzo che la raddrizzava. "E questa?". Un'asta di
bandiera, si direbbe: con pochi filamenti attaccati ma una
faucimmatteddu rugginosa ancora fissa alla punta. Eppoi riloggi fermi,
pacchi di lettere e vaglia, fiaschi, marranzani, nache di legno,
bummuli, barde di carretto, stellette militari, coppole, e remi di
barche, e foto dei Due Amici, e cuteddi... tutta 'na massa di
paccottiglia miserabile e smancicata che invero - improvvisamente e con
schifo si rese conto il re - non era ammucchiata attorno alla colonna
ne' adiacente alla medesima, ma era semplicemente la colonna stessa.
Altro che colonne ciclopiche... "Ecco che cosa li teneva a galla, i
fetenti!".
"Richiamo il ragazzo, maesta'?". "Che richiami a fare? Lascialo nella
loro spazzatura". Con uno sbuffo, re Federico s'alzo'. "In Germania, in
Germania! Ce ne torniamo in Europa. E io che credevo ai miti". E
s'incammino' via dal salone, con tutta la comarca dei cortigiani
dietro. Nessuno penso' a spegnere i monitor, e la webcam per quanto
obsoleta era di tipo buono. Cosi' se passi da Messina e hai tempo da
perdere ancora puoi buttare un'occhiata sul fondamento della Sicilia in
bianco e nero, sui pesci che se lo smusano curiosi e le alghe che lo
carezzano indifferenti.
Ogni tanto, entrando improvvisamente nella schermata come in un
videogame postmoderno - da su, da giu', da mancina, da dritta - appare
la figurina di un ragazzo che coglie amorosamente le vecchie cose e le
rimette dentro alla colonna: non senza averci fischiato dentro se era
un flauto, o averci mimato una mossa se un coltello. Non pare che abbia
gran voglia di risalire: e menu mali, accussi' almeno un altro poco
restiamo a galla.
(omaggio a A.C.)
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Il baldo cacciatore. Ale'! Domani me ne vado a caccia! Schioppo,
cartucce e cartuccera e via per i boschi! Caccia di che? Ma di Bossi,
naturalmente. Bossi, lega, leghisti, gentilini e gia' che ci sono anche
preti e frati. Dici che vado in galera? Ma no! Una volta si': ma ora in
Italia la legge e' che uno puo' tranquillamente andare a caccia di chi
gli pare, purche' lo faccia nell'ambito della stagione venatoria e lo
faccia ridendo. Non ci credi? Ecco qua: "Comunichiamo l'apertura della
caccia per la seguente selvaggina: albanesi, kossovari, zingari,
extracomunitari in genere. E' consentito l'uso di armi quali fucili di
ogni genere, carabine di precisione e pistole; in presenza di stormi
numerosi e' ammesso anche l'uso di bombe a mano. E' ammesso l'uso di
cani...". E cosi' via.
Ora, questo non e' un volantino clandestino. L'hanno trovato appeso
dentro a una fabbrica, alla Marelli. E l'hanno portato ai carabinieri.
E c'e' stato il processo. Il giudice, alla fine, ha sentenziato che il
volantino "non ha un contenuto razzista" perche' "e' giocato tutto sul
filo del paradosso". E dunque, non puo' essere punito. Bene. Dunque in
Italia minacciare di sparare alla gente non e' piu' reato. Non so se
ora vogliono dare anche la medaglia ai brigatisti: in fondo, non erano
che dei precursori. Si comincia sempre con un volantino.
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Adel Smith - il fanatico "islamista" picchiatore e picchiato, tutto in
diretta, alla tv - e' musulmano, mi pare, quanto lo sono io. Non so se
sbarchi il lunario vendendosi per feroce Saladino o se sia direttamente
pagato da qualcuno interessato a far casino. L'Italia e' il paese dove
gli "anarchici" che mettono le bombe alle questure alla fine risultano
essere in paga, ogni ventisette, ai servizi segreti. E il nostro, che
Allah, lo conservi, ha tutta l'aria di essere uno di questi. Fatto sta
che Adel Smith non l'ha inventato ne' Bin Laden ne' lo sceicco Omar.
L'ha inventato Bruno Vespa, l'anno scorso, quando lo tiro' su dalla
strada e lo gabolo' agli italiani come ferocissimo capo dei musulmani
italiani, che non l'avevano mai ne' visto ne' considerato prima
d'allora. Sulle orme di Bruno Vespa, una televisione locale gl'inventa
una trasmissione apposta, qualcosa del genere "Il feroce Ali' Smith
sputa addosso agli italiani".
Tutta questa farsa avrebbe dovuto termitare subito, nel senso che Vespa
avrebbe dovuto essere richiamato (altro che Santoro) dalla Rai e sul
turco-napoletano Smith sarebbe dovuto calare un velo pietoso.
Invece, poiche' conveniva, ne e' stato fatto un personaggio.
Lui, per bestialita' o per obbligo di paga ha prontamente risposto alle
attese degli inpresari, che lo esponevano come una belva da baraccone.
Il passo successivo,anch'esso prevedibile e previsto, e' l'intervento
dei delinquenti di Forza Nuova, probabilmente favorito (se non
organizzato) dai gestori della tv. Tutto fa audience, va bene.
Ma ormai le cose sono andate troppo oltre e la prossima puntata, se lo
sceneggiato va avanti, sara' col morto. Smith va espulso dall'Italia,
non perche' e' musulmano ma proprio perche' non lo e'. La televisione
che cinicamente l'ha usato va oscurata per motivi d'ordine pubblico.
Forza Nuova va sciolta, perche' e' un movimento fascista (tuttora
vietato dalla legge) e perche' ha provato di essere un'organizzazione
dedita alla violenza. I delinquenti che hanno picchiato Smith devono
andare in galera e restarci per il tempo previsto dalla legge (non per
burletta come i cosiddetti "serenissimi"). L'onorevole Borghezio, che
ha rivendicato l'aggressione terrroristica, va espulso dalla Lega.
Bossi, che non ha espulso Borghezio, va espulso dal governo. E il
governo, che non ha espulso Bossi, dev'essere richiamato da Ciampi.
Tutte fantasie, d'accordo. Pero', proprio perche' sono tutte fantasie,
la prossima volta ci scappera' il morto.
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Lotta al terrorismo. Mosca. Dichiarato "non punibile per vizio di
mente" il colonnello Yuri Budanov. Due anni fa, nel villaggio ceceno di
Tanghi, interrogando una ragazza "sospetta" le capito' di strangolarla
dopo averla violentata.
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Informazione. Un dirigente Rai e' stato punito con la sospensione dello
stipendio per aver tollerato una trasmissione "diffamatoria" della
Guzzanti: si faceva dell'ironia sulla presenza di spacciatori di coca
al ministero dell'economia e il ministro - nonostante la verita' dei
fatti - s'e' offeso. VA bene: questa oramai e' fra le notizie minori. A
proposito della Sabina: chi l'avrebbe mai detto che Charlot oggi, oltre
che dalla poesia, e' caratterizzato anche da due belle tette? Eppure
"Bimba", la fiaba-film della Guzzanti, e' il film piu' poetico e piu'
chapliniano (piu' di "Pinocchio", per intenderci) dell'anno. Che
Charlot oggigiorno sia una donna, e' indubbiamente un (felice) segno
dei tempi.
All'interno di Bimba, un magnifico Dell'Utri (beh non si chiamava
proprio cosi' ma il senso era quello) interpretato con finezza
palermitana - nel senso piu' metafisico della parola - da Enzo
Vitagliano: un primo piano del suo sorrisetto valeva, quanto a
chiarezza politica, piu' d'un comizio di Nanni Moretti. "Al governo?
C'e' Mackie Messer" diceva, senza dirlo, l'attore. L'arte ferisce: quel
povero dirigente Rai e' rimasto vittima, senza saperlo, della vendetta
canonica dei feriti...
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I cattivi maestri. E' stata una "leggerezza", da parte della polizia,
- ammette dopo piu' d'un anno il questore Troiani - portare due
molotov dentro la scuola dove dormivano a Genova i manifestanti
noglobal. E' stata una "forzatura giuridica" arrestare i manifestanti.
E' stata una balla il finto accoltellamento del poliziotto che
"giustifico'" l'accanimento E forse addirittura c'e' stato un "eccesso
di violenza" da parte dei poliziotti. "Oggi forse non lo rifarei piu'"
conclude il brav'uomo.
Meno male. Si fa piu' festa nel regno dei cieli per un caprone (che
prende a cornate la gente) pentito che per novantanove pecorelle
eccetera eccetera. Il fatto e' che noi italiani uno come Troiani lo
paghiamo, fra l'altro, per fare il maestro di antiterrorismo.
Figuriamoci che avrebbe fatto se lo pagava Bin Laden.
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I piccoli maestri. Eppure, non ci sono state violenze "di rappresaglia"
dopo Genova. E delle P38, neanche l'ombra. Il fatto e' che oggi ci sono
in movimento piu' donne. Non come noi, che eravamo maschilisti. Noi
avevamo il coraggio dei passamontagna, delle bandiere, degli Erri De
Luca. Loro hanno il coraggio mite, "femminile", di Agnoletto in
Palestina. Ed e' il coraggio piu' vero.
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Vaticano. Verranno aperti agli studiosi gli archivi dei rapporti
diplomatici con la Germania negli anni Trenta. Segretario di Stato era
allora monsignor Pacelli, il futuro Pio XII (polemiche sulla sua
arrendevolezza verso i nazisti).
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Poveri. Nel Nord-est sarebbero centodiecimila i poveri assoluti,
quattrocentomila quelli relativi (Osservatorio socio-religioso del
Triveneto).
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Notizia banale. Un altro pentito accusa Dell'Utri di essere mafioso.
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Altra notizia banale. Appello dell'onorevole Dell'Utri contro il 41
bis.
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A Catania, il cinque gennaio (anniversario della morte di Giuseppe
Fava), alla cerimonia il comune era rappresentato da un Angelo Rosanno,
appartenente al gruppo ell'ex assessore Ferlito. Costui, cugino di un
boss maffioso, e' quello che a suo tempo mi fece licenziare da un
giornale perche' avevo scritto contro suo cugino e un paio d'anni fa,
tornato in politica, ci tenne a ripresentarsi provocatoriamente davanti
a Claudio Fava che anche lui l'aveva denunciato.
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Potere in Sicilia. Troppo piccola per non essere invasa, troppo grande
per essere governata militarmente: la Sicilia, piu' che una storia, ha
sempre avuto piuttosto una geografia. Le elite siciliane si sono
trovate automaticamente, grazie ad essa, nella posizione di
interlocutori privilegiati ed automatici di ogni dominatore "esterno".
Dai Reyes Catolicos ai politici dell'era andreottiana, ogni potere
siciliano (il cui baricentro non risiede mai in Sicilia) s'e' trovato
nella situazione di dover appaltare quasi tutte le funzioni interne
(ordine pubblico, giustizia, ricerca del consenso) alle elite
preesistenti: baronie e cosche mafiose, da questo punto di vista, hanno
adempiuto esattamente alla medesima funzione. In cambio, acquiescenza
assoluta sulla politica "alta" e rinuncia implicita a farsi portavoce
d'interessi locali.
Insieme con l'incidente storico dell'Apostolica Legazia (una specie di
gallicanesimo ante litteram ereditato dai Normanni: e cioe', in buona
sostanza, l'eliminazione dei contrappesi ecclesiastici al potere)
questa situazione ha determinato le peculiarita' ideologiche - quanto
alle elite: diversissimo e' il discorso per le culture popolari - degli
intellettuali siciliani. Castrata in partenza, salvo casi estremi (ed
"estremisti": dal giacobino Di Blasi a Giuseppe Fava) la funzione di
controllo sul potere, mai vissuta di conseguenza la fase
nazional-popolare, incanalata la ricerca esclusivamente sui livelli
formali, cosa resta alla fine? Sciascia e Meli. Fronda dall'interno dei
valori ufficiali, Parigi piu' vicina di Caltanissetta, scrittura come
forma - elegante - di potere. Arcades ambo. (Non a caso, parlando di
elite di potere in Sicilia, torna sempre piu' facile parlare
d'intellettuali).
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Maurizio Liardo wrote:
< Caro Riccardo, sono il genitore di due bimbe che frequentano la
scuola elementare di Giarre (precisamente la "Manzoni" di Macchia di
Giarre) da te citata nella Catena del 30 dicembre. Vorrei precisare che
la stimatissima professoressa non si chiama "Emma" ma, non sorridere,
"Enna" diminuitivo o vezzeggiativo di Venera. In quanto Vicaria (cioe'
vice del dirigente scolastico) trovandosi all'interno del plesso al
momento della scossa ha provveduto a suonare la tromba che segnala
l'evento e l'ordine di evacuazione (si', davvero una tromba come quelle
usate dai tifosi negli stadi) mentre la procedura di emergenza (riparo
sotto i banchi e successiva evacuazione dell'edificio) era gia' stata
attivata da tutti gli insegnanti presenti nelle classi ed eseguita alla
perfezione dai bimbi, ormai abituati alle precedenti scosse ma
sopratutto perfettamente addestrati da continue esercitazioni.
Senza nulla togliere all'insegnante Contarino, posso tranquillamente
sostenere che la definizione "persona dell'anno" andrebbe sicuramente
condivisa tra gli insegnanti e il personale ausiliario che, con
efficienza e autocontrollo, hanno condotto i nostri bambini in salvo; e
la dirigente scolastica Lucia Sciuto che, ad ogni scossa percepita (e
dal 29 ottobre ne abbiamo avute tante!), anche la piu' leggera,
sollecitava l'immediata evacuazione dalla scuola: pensa che parecchi la
deridevano per questo suo "allarmismo"! >
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Una poesia inedita di Franco Fortini

< Al redattore de "Il Siciliano"
che e' comparso in televisione la sera
del 7 gennaio 1984
e che forse si chiama Ordales o Rosales
vorrei dire la mia riconoscenza
per l'intelligenza e l'esattezza,
quelle che dal fondo della negazione
e dello sconforto
fanno capire che nulla e' morto mai veramente
se c'e' la volonta' di capire
tranquillamente - e di volere la verita'.
A quel redattore
che parlava da Catania
come da Managua, da Ciudad de Guatemala,
la riconoscenza, la gratitudine e anche il silenzio
di un vecchio che venti anni fa a Catania
parlo' a cento o duecento studenti, forse anche a lui;
e sa di essere stato compreso. Con lui
tutto continua. >

(Franco Fortini, Milano, 7 gennaio 1984)


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"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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Thursday, January 09, 2003

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riccardo orioles
tanto per abbaiare
6 gennaio 2003 n.160
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L'internet del dopoguerra. La Microsoft, la Internet Security Systems,
la Foundstone ed altre hanno da tempo ufficializzato un'intesa per limitare le informazioni sulla sicurezza dei rispettivi software. Le
falle, in particolare, non verranno comuniate al pubblico prima di trenta giorni dalla loro scoperta. Questo, nel quadro della "lotta al terrorismo". A parte il terrorismo, essa pero' risolve uno dei principali problemi di marketing della Microsoft che diverse volte e' stata pubblicamente sputtanata da programmatori indipendenti che, avendo riscontrato bug pericolosi, li hanno denunciati in rete. Non e' una questione accademica: la percezione di un'affidabilita' non totale ha gia' spinto fuori Windows numerosi clienti, fra gli enti pubblici tedeschi (Bundeswehr in testa) passati a Linux "per ragioni di sicurezza". Col pretesto della lotta al terrorismo, in altre parole, alcune aziende decidono di prendersi un vantaggio sulla concorrenza, privando i clienti di informazioni essenziali e ponendo in vendita dei prodotti insicuri.
* * *
Il classico videoregistratore a cassette, come tutti sappiamo, e' ormai da anni uno strumento obsoleto. Il Dvd e i nuovi hard-disk veloci
miniaturizzati e ad alta capienza assolvono, concettualmente, molto meglio al compito di immagazzinare e distribuire informazioni audio e video. In piu', la banda larga fornisce un canale adeguato per la circolazione di masse praticamente infinite di informazioni - diciamo pure di film. Un'azienda d'avanguardia, la SonicBlue, ha annunciato un
prodotto che ottimizza le prestazioni del "registratore digitale" e la sua interfaccia di rete: ognuno puo' rapidamente e a basso costo
registrarsi quello che vuole e se lo crede opportuno distribuirlo a una dozzina (ma non piu') di amici. Le principali media corporation
americane, Abc, Cbs e Nbc, le hanno immediatamente aperto una causa legale *preventiva* contro per violazione del copyrigth, prima ancora che uscisse l'apparecchio. E anche qui, per giustificare questa giurisprudenza "preventiva", si fa appello allo stato d'eccezione in cui l'industria versa nel quadro della "guerra". E' come se, nel 1901, una fabbrica di diligenze avesse fatto causa
"preventiva" alla De Dion Buton o alla Panhard-Levasseur accusandole di favorire, con la loro diabolica invenzione, il proliferare delle rapine in banca (e' infatti incontestabile che un rapinatore in automobile fugge piu' velocemente di un rapinatore a cavallo) e invitando i
giudici non a sequestrare magari le automobili esistenti ed effettivamente utilizzate per rapine, ma a impedire preventivamente ope
legis la stessa nascita di una cosi' pericolosa e criminale invenzione.
* * *
A Washington, l'hackeraggio e' stato equiparato per decreto ai reati di terrorismo, con pene fino all'ergastolo e competenza dei tribunali d'eccezione. A questi fini viene considerato "terrorista informatico"
("Deterrence ad Prevention of Cyberterrorism Act", sez.815) chiunque arrechi danni equivalenti o superiori a cinquemila dollari. Il ragazzo che s'introduce nel server della scuola e' dunque equiparato al terrorista che prepara un attentato al tritolo, rischia le stesse pene e verra' trattato alla stessa maniera. Il decreto - sempre nel quadro dello "stato di guerra" - verra' applicato anche in maniera
retroattiva.
* * *
Le majors che sono riuscite ad eliminare Napster (senza trarne grande guadagno: ora gli utenti si scambiano i file direttamente fra loro) e che tengono i prezzi dei CD musicali fra le 35mila e le 45mila lire, chiedono una legge che permetta loro di inserirsi senza permesso nei singoli computer dei cittadini collegati all'internet. Anche qui, il pretesto e' l'"antiterrorismo".
* * *
Gli episodi di questo genere, nel silenzio generale, si moltiplicano. Fra non molto ci troveremo di fronte a un internet molto diverso da
quello che conosciamo adesso. I tentativi di sottoporre il progresso tecnologico agli interessi privati avranno successo, probabilmente, nel settore dei prodotti di consumo ma falliranno nell'internet vero e proprio, che e' fisiologicamente democratico per natura. Si tratta di tentativi deplorevoli sul piano etico e su quello civile e - in un certo senso - "antioccidentali". Cosa sarebbe successo se le multinazionali delle candele (se a quei tempi fossero esistite) fossero riuscite a ridurre al silenzio Thomas Alva Edison? Se Gutemberg fosse stato arrestato per riproduzione abusiva? Se i fratelli Wright, all'alba di quel mattino, fossero stati bloccati da un mandato del giudice su richiesta della Cunard Lines? Se per combattere il
terrorismo - ad esempio - dei nichilisti russi fossero stati assoggettati a censura preventiva i telefoni di tutto il mondo? Un
"forse", un "certamente" e un "chissa'". Il "forse" riguarda l'ipotetica vittoria sul terrorismo (i nichilisti in realta' furono cancellati dalla diffusione dei consigli di fabbrica in Russia). Il "certamente" riguarda i profitti dei fabbricanti di candele e dei gestori di diligenze, liberi di moltiplicarsitranquillamente senza l'incomodo di fastidiose concorrenze. Il "chissa'" riguarda tutti noi: chissa' se alla fine dei conti non ci piacerebbe di piu' camminare a piedi e andare a letto con le galline, dopo aver soffiato sulla candela. Buonanotte.
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Argentina. Calano - di circa un terzo - gli utili delle banche italiane: Argentina, Enron e new economy. Calano anche i dipendenti,
soprattutto nelle mega-banche che si stanno "ristrutturando". Nel frattempo, non si riesce in alcun modo a conoscere i dati
dell'inflazione reale: i calcoli ufficiali si basano su una serie di prezzi (per esempio i biglietti dei treni espressi, che praticamente
non esistono piu') chiaramente obsoleti. Domanda: quanto s'e' portato via all'estero, col giro Montedison-Fiat (per esempio) l'Avvocato? Chi e' il padrone di quasi tutti i supermercati? Come mai, nonostante la condanna formale dell'antitrust, le assicurazioni continuano a far cartello per raddoppiare i prezzi? Soluzioni finora proposte: rimettere i prezzi in lire; stampare dei biglietti da un euro; pregare padre Pio.
* **
Il governo argentino, nel frattempo, si difende dall'accusa di aver prodotto inflazione. Secondo un istituto molto autorevole, l'Eurispes,
gli alimentari nel giro di un anno sarebbero rincarati del trenta per cento. "Menzogna! - ribatte il governo - I rincari sono stati inferiori
al dieci per cento!". Ma un dieci per cento d'inflazione, e proprio nel settore dell'amministrazione, e' gia' qualcosa di pre-argentino (con il trenta percento, saremmo a Ferrer e all'assalto ai forni). Il governo non e' il solo colpevole dell'inflazione, che va molto al di la' dei meccanismi controllabili da un governo. Ma il fatto stesso che le cifre del dibattito siano queste, la dice lunga sulla situazione reale, al di la' degli spot, del paese (stiamo parlando sempre dell'Argentina).
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Guerre. Circa centoquaranta le vittime degli incidenti stradali per le
feste. Un Bin Laden quotidiano di cui nessuno si accorge piu'.
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Giudiziaria. E' stato rinviato a giudizio, per abusivismo edilizio
nella valle dei Templi, l'ex sindaco di Agrigento Calogero Sodano. Il
tribunale sta adesso valutando se accettare la costituizione di parte
civile (con richieste di danni per centinaia di talenti) avanzata,
tramite lo studio Galasso di Palermo, dai signori Zeus, Giunone,
Castore e Polluce.
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Mimmo Lombezzi wrote:
< In Etiopia ci sono sei milioni di esseri umani che non hanno piu'
nulla da mangiare. Tra febbraio e marzo potrebbero diventare tredici
milioni pero' si investe sulla clonazione di esseri umani... >
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Il partito di Falcone e dei ragazzini
"Il partito di Falcone e dei ragazzini" non aveva un comitato centrale
o uno stemma, ma in realta' era l'unico partito esistente in Sicilia,
oltre alla mafia. Il rumore di fondo, in quegli anni, era costituito
dalle dichiarazioni dei sindaci che escludevano l'esistenza della mafia
nella loro citta', dai giornali ad azionariato mafioso che invocavano
silenzio, dalla brava gente che lavorava chiassosamente
all'autodistruzione della sinistra, e dai colpi di pistola.
Furono i ragazzini di Palermo a scendere in campo per primi. Il liceo
Meli, l'Einstein, il Galilei, poi via via tutti gli altri. Si passava
sotto il Palazzo di Giustizia e il corteo, che fino a quel momento
aveva gridato a voce altissima i Nomi, faceva improvvisamente silenzio.
La' dentro lavoravano i nostri magistrati. Falcone, Borsellino, Di
Lello, Ayala, Agata Consoli, Conte: meta' del Partito erano loro.
L'altra meta', i liceali.
A Catania, fra il 1984 e il 1986, furono almeno duecento i ragazzi che
in una maniera o nell'altra parteciparono, da militanti, alle
iniziative dei Siciliani Giovani: furono i primi a gridare in piazza i
nomi dei Cavalieri e a lavorare quotidianamente - il volantino,il
centro sociale, l'assemblea - per strappargli dagli artigli la citta'.
A Gela, a Niscemi, a Castellammare del Golfo, nei paesini dove i
padroni hanno la dittatura militare, essi vennero fuori e lottarono,
paese per paese e citta' per citta'. "La Sicilia non e' mafiosa -
affermavano orgogliosamente - La Sicilia e' militarmente occupata dalla
mafia". La Sicilia, dove ancora nel 1969 un ragazzo fu fatto uccidere
dal padre - boss mafioso - perche' era iscritto alla Fgci. La Sicilia
che ha combattuto, che non s'e' arresa mai.
Ha combattuto, ed ha fatto politica, ha ragionato. La politica come
partecipazione, come trasversalita', come societa' civile nasce nelle
lotte palermitane e catanesi di quegli anni: oggi e' common sense
dappertutto. La fine del vecchio ceto politico, di tutta la vecchia
storia, fu intuita per la prima volta qui. Non e' un caso se il
movimento studentesco, ai tempi della Pantera, era ripartito da
Palermo. Non e' un caso se Palermo in quegli anni e' stata l'unica
citta' ad avere un'opposizione di massa, e vincente.
Dall'83 al '93 in Sicilia e' vissuto, con alti e bassi ma con una
sostanziale continuita', un vero e proprio movimento di liberazione.
Contro la mafia, ma anche contro tutto cio' che essa porta con se',
contro le sue radici..
Questo movimento avrebbe potuto essere esattamente l'anello che mancava
alla sinistra italiana, il punto di partenza per ricostruire tutto.
Invece, e' rimasto solo. Avrebbe potuto essere - se la sinistra
ufficiale l'avesse voluto - la nuova classe dirigente del paese. Davide
Camarrone del liceo Meli, Antonio Cimino di Corso Calatafimi, Fabio
Passiglia, Nuccio Fazio, Vito Mercadante, Angela Lo Canto, Carmelo
Ferrarotto di Siciliani Giovani, Nando Calaciura, Tano Abela, il
professore D'Urso: avete mai letto questi nomi sui giornali? Benissimo.
Infatti, neanche i nomi dei primi socialisti uscivano sui giornali,
cent'anni fa.
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Due lapidi in due citta' del mondo

< In questa piazza il 15 novembre 1944
ebbe luogo la battaglia della Bolognina
fra forze partigiane e invasori nazisti e fascisti
Cittadino che passi
se alzi lo sguardo vedi il fabbricato al civico 5
ove caddero 6 giovani patrioti
combattendo per l'indipendenza della patria
offrirono la vita per la nostra attuale liberta' >
* * *
< Qui e' stato ucciso
Giuseppe Fava
La mafia ha colpito chi con coraggio
l'ha combattuta, ne ha denunciato le
connivenze col potere politico ed
economico, si e' battuto contro
l'installazione dei missili in Sicilia
Gli studenti di Catania >


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"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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LA POLEMICA E LA RISPOSTA



Subject: Risposta alle accuse di Orioles sulla Giornata per Pippo Fava
Date: Sat, 4 Jan 2003 20:17:18 +0100 (CET)
From: Dario Consoli
Gentile dott. Orioles,

per un incrocio curioso di indirizzi e-mail mi trovo ad essere al tempo
stesso da Lei invitato ad una sorta di "contro-manifestazione" per
ricordare Giuseppe Fava e da Lei "bandito" in quanto colpevole di aver
partecipato come relatore ad una Giornata di studi (la "commemorazione
ufficiale" da Lei messa al bando) dedicata a Pippo Fava dalla Facoltà di

Lingue della nostra Università (N.B. la prima in vent'anni!).

A causa di tale "delitto", mi sarei reso quindi complice di una
devitalizzazione del significato della vita e delle opere di Giuseppe
Fava (di appannaggio esclusivo di taluni, mi par di capire, illuminati
"esegeti").

Io non sono bravo quanto Lei, dott. Orioles. Voglio dire, come
giornalista: ho al mio attivo solo qualche esperienza saltuaria di
scrittura giornalistica. Claudio Fava ha letto comunque qualcosa scritta

da me, e mi pare che non ne sia rimasto disgustato.
Tuttavia, ho la disgrazia (che vergogna, eh!) di nutrire una vera
passione per gli studi letterari, passione che mi ha portato ad
occuparmi, in svariate sedi scientifiche che non sto qui a dirle per non

infastidirLa, di scrittori come Vitaliano Brancati, Giuseppe Antonio
Borgese, o Giuseppe Fava appunto.
Tutta gente che, come Lei certo saprà , è stata in grado di coniugare
impegno e passione civile e insieme grande originalità creativa e di
scrittura.

Voglia Ella credermi se Le faccio piena assicurazione che occuparsi
dell'una cosa non significa disprezzare necessariamente l'altra. L'opera

e la vita dei tre autori da me citati (che io discretamente conosco)
stanno là a dimostrarlo. Se però Lei fosse ancora persuaso che quelle da

me e da altri prodotte non siano che (cito) ìincensazioni acritiche e
formalita' cattedraticheî faccia la cortesia di agire da scienziato
quale io cerco umilmente di essere: se le legga, prima di parlarne
(Wittgenstein), e poi mi sappia dire (in modo critico, si capisce) se
sono soltanto delle "formalità ".

Non so davvero come Lei possa aver già letto un libro che presenteremo
soltanto domani sera, alle ore 19.00, presso la Chiesa di S. Nicola.
dott. Dario Consoli

PS. Temo che non potrò accettare lâ??invito Suo e di padre Resca a
partecipare alla Vs. riunione in quanto presenterò contemporaneamente il

mio lavoro in un'altra parte della città . Mi saluti padre Resca, che
invitai personalmente ai lavori della Giornata di studi, ma che non ebbe

tempo per venire ad ascoltare.

* * *

Gentile Dottore,

io, ahime', non sono dottore. Percio' puo' chiamarmi anche signor
Orioles, oppure Riccardo voi, o anche semplicemente "quello la'". Sono
un ragazzo umile e so stare al mio posto. Ma non mi metta tropopo in
soggezione con la Sua cultura. Noi giacobbini feroci ne siamo infatti
siamo, come Lei sa, bestialmente nemici. Il fatto che Lei legga tanti
illustri Scrittori, e che riesca a farsi leggere persino dal grande
Giovanclaudio Fava (ma come fa? io non riesco a trovarlo da due anni)
non puo' che accrescere la mia soggezione. Io personalmente riesco
appena a tradurre qualche anacreontica e qualche palatina, Lei e' gia'
arrivato a Brancati e a Borgese che "discretamente conosce": "bedda
cosa aviri i scoli!".

Che altro dirLe? Che Dio la benedica, e vada avanti. Se proprio volesse
farmi una cortesia personale, Le chiederei di
non mettere Fava (Giuseppe) con Brancati e con Borgese; e' vero che
tutta Sicilia e', e che a scuola siamo abituati a pensare in termini di
dantepetrarcabboccaccio e carduccippascoliddannunzio; pero', vede, Fava
con Brancati c'entra pochino e con Borgese non c'entra proprio un cazzo
(Mai letto Balestrini? Sentito mai parlare di clausola metrica? Sa che
Fava conosceva Carlo Rivolta? Secondo lei che cosa leggeva Fava a 16
anni? Pasolini, prima che lo nominasse il grande Barcellona, era stato
mai citato in rapporto con Fava? E da chi, e dove e quando? Alla
Normale, s'e' mai parlato di Fava (l'Ecole Normale, intendo, non quella
di Pisa). Ma forse eè meglio non farsi domande complesse, che fanno male

al muscolo e non giovano alla carriera, e andare avanti a colpi di
favapascoliboccaccio).

Se Lei ha avuto la grande generosità di continuare a leggermi finora,
sottraendo presioso tempo ai Suoi studi, mi fo ardito di chiederLe
un'altra cortesia personale: conceda a Giuseppe Fava, se Lei e i suoi
amici vogliono essere generosi, di aver avuto a che fare almeno un
pochino con quegli sciamannati dei Siciliani. E conceda a questi ultimi,

per quanto diseredati e giacobini, di avere avuto a che fare con
Giuseppe Fava. A Lei non costa niente (poiché Lei, di Fava, parla
aggratis). Per noi, faut de mieux, può essere una consolazione.

In cambio, Le concedo - a Lei e ai Suoi amici - il permesso di nominar
d'autorità (ciò che del resto fate anche senza il mio permesso)
Sebastiano Messina esperto del giornalismo di Giuseppe Fava, il prof.
Barcellona esperto della sua politica e il prof. Centorrino esperto di
comunicazione civile: di portarveli allegramente in giro nel nome di
Giuseppe Fava (che del resto, su questa come su altre cose, non può più
dire la sua) e di presentarli al pubblico come grandi e riverginati
antimafiosi. Certo, vi consiglio di non chiedere, perché sarebbe
sgarbato (ma voi siete educatissimi, in questi casi) a Messina dov'era
quando i fessi facevano i Siciliani con Giuseppe Fava, a Barcellona che
mai abbia scritto - allora - sui cavalieri e a Centorrino come mai ha
scaricato i ragazzi che pretendevano di far tesi su mafia e massoneria a

Catania. Vi concedo anche di non fare, né a proposito di Fava né
d'altro, i nomi dei communisti giacobbini - e "narcisi" - che allora
rompevano le scatole e adesso pure. Orioles, il professore D'Urso,
Scidà , Resca, Piero Cimaglia, Lillo Venezia, Graziella Proto, la signora

Roccuzzo, Fabio D'Urso: d'accordo, non sono mai esistiti: Sebastiano
Messina faceva i Siciliani con Fava, il barone Barcellona fondava
l'Associazione i Siciliani, e il professor Centorrino occupava i terreni

di Santapaola: non è vero? Perché Messina, Barcellona e Centorrino oggi
possono aiutare lo status e la carriera; mentre Orioles e D'Urso e gli
altri o sono felicemente crepati o comunque di carriere non ne danno. Et

alors.. siamo uomini o caporali?

Ecco: per scriverLe queste cose, io evidentemente sono un estremista e
un "narciso", e Lei un povero intellettuale perbene che innocentemente
vien soprusato da quel prepotente di Orioles. Così va spesso il mondo...

voglio dire, così andava nel secolo ventesimo.
Conosco gran parte del vostro libro (noi Siciliani "abbiamo le nostre
fonti", si diceva una volta). Mi piacerebbe poterne parlare seriamente,
sceverare lodi e critiche, parlarne come di un libro, ancorche' non
eccelso, ma "normale"). E' Lei che me lo impedisce. Nel momento in cui
Lei mi vieta di esprimere la mia opinione - in sede formale - su quel
Giuseppe Fava che io studio e conosco da venticinque anni, e m'impone di

stare a sentire i Barcellona e i Messina, che con Fava non hanno - nel
caso migliore - nulla a che fare, Lei mi obbliga a considerare il Suo
libro come uno dei tanti bavagli catanesi; non letteratura, ma potere. E

in questi casi, Le assicuro che io e Giusepepe Fava abbiamo sempre
saputo benissimo come reagire. Tolga dal piedistallo i Suoi baroni,
ascolti con la dovuta reverenza gli uomini di Giseppe Fava, e vedra'
che, quando possono parlare liberamente, senza i vostri e gli altrui
bavagli, non sono così perdutamente "ideologici" come Lei vorrebbe.

Infine: Lei comprende benissimo, poiche' e' intelligente e ha letto
tante belle cose, che io non sto parlando con Lei in questo momento. Sto

dando a nuora perche' suocera intenda - e Lei capisce benissimo che
suocera e che nuora. A carico Suo personale posso mettere soltanto
un'imprudenza - voler polemizzare "in stile" con Riccardo Orioles -
eppero' anche, purtroppo, una piccineria: quando Lei declina aulicamente

(ma con goffa aulicita')
l'nvito a una riunione mio e di padre Resca. Io, veramente, non l'ho
invitata; forse Resca; comechessia, Lei ha goduto - immeritatamente -
della fortuna di essere stato invitato addirittura dai due massimi
esponenti viventi dell'antimafia catanese. E ha detto di no! perche'
"aveva da presentare contemporaneamente" una Sua qualche mediocre
operetta. Le sarebbe convenuto sospendere la presentazione e correre
trafelato ad accettare l'insperato (e del tutto sproporzionato) invito:
persino se per far cio' avesse dovuto interrompere la lettura, chessoio,

della Rivoluzione Liberale o della Passione di Michele o di San Libero.

I miei piu' reverenti saluti e auguri, a Lei e a tutta la buona societa'

intellettuale della provincia catanese. E perdoni quest'altra mia
intollerabile prepotenza.

Orioles

Pippo Fava e' morto ma non le sue idee



Giuseppe Fava non era un simpatico intellettuale siciliano che scriveva bene: al contrario si attirava molte antipatie.

Quelle di uomini politici, imprenditori, mafiosi e di tutta la parte "rispettabile" della societa'Ã????????Ã??????? isolana.
Giuseppe Fava non si occupava solo di teatro, ma anche di armamenti: si impegno' nella campagna contro i missili di Comiso. Come agirebbe Fava davanti ai preparativi per la guerra in Iraq?
Giuseppe Fava non si occupava solo di letteratura, ma anche di informazione: provo', a costo di fare cambiali, a dare una smossa al panorama siciliano oppresso dal monopolio.

Cosa farebbe avendo oggi a disposizione tanti computer a buon prezzo, internet e le stampanti laser?
Giuseppe Fava non era solo un giornalista, ma anche un uomo pieno di dignita'. Come si muoverebbe riconoscendo una situazione paludosa come quella di vent'anni fa, dove la procura si chiama ancora "Caso Catania" e il comune "cu mangia mangia"?


Nessuno puo' dare una risposta certa su come sarebbe andata, ma tutti noi possiamo farci le stesse domande che si e' posto lui.

Per questo bandiamo ogni "commemorazione ufficiale" buona solo a stemperare l'ardore politico di cui il Fava vivo era portatore e, per nostra fortuna, "untore".

Pensiamo invece che sia piu' utile incontrarsi e tornare a discutere sulle questioni che ha posto, senza incensazioni acritiche e formalita' cattedratiche, ma con l'entusiasmo di voler cambiare le cose.


Ci vedremo alle 18.30 del 5 gennaio 2003 nel salone della parrocchia Santi Pietro e Paolo, in via Siena 1 a Catania, come altre volte ci e' capitato di fare in passato, ma guardando diritti al futuro.


Ci saranno sicuramente, invitandovi a partecipare: Riccardo Orioles,
Marco Benanti, Luciano Bruno, Alessandro Calleri, Sergio Failla,
Gianluca Ferro, Pino Finocchiaro, Rosanna Fiume, Ugo Giansiracusa,
Grazia Giurato, Angelo Murgo, Davide Murgo, Giordana Murgo, Antonino
Musco, Francesca Patania, Alessia Porto, Graziella Proto, Eugenia
Provenza, Salvatore Resca, Rocco Rossitto, Santina Sconza, Antonio
Signorelli, Simone Spina, Lucio Tomarchio, Paola Ungheri, Rosario
Urzi'.